Pubblicato il Lascia un commento

Storia del francobollo, parte 9: espressi e posta pneumatica

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 9: Tipologie di francobollo ed usi postali: valori bollati espressi e la posta pneumatica

Francobolli espressi

Questo tipo di francobolli hanno un valore nominale più alto della posta ordinaria, la maggiorazione da pagare serve affinché una lettera sia inoltrata con maggior celerità.

Il primo espresso, fu emesso nel 1855 in Australia, nell’Antico Stato Australiano di Victoria; era un francobollo del valore di 6 pence con l’effigie della Regina Vittoria e la dicitura “Too Late” (troppo tardi).

Il servizio espresso delle Poste Italiane fu istituito con legge 12 marzo 1890, ma i primi francobolli dedicati furono emessi solo il 1 giugno 1903 con il valore da 25 centesimi a stampa tipografica e filigrana a corona, di colore rosso carminio, che riportava la dicitura “ESPRESSO” e l’effigie di Vittorio Emanuele III.

  • ESPRESSO VITTORIO EMANUELE III 60 CENTESIMI 1922
  • Decennale della marcia su Roma, espressi, 1,25 Lire, 1932
  • Espresso, Monumenti distrutti, Duomo di Palermo
  • Effigie di Vittorio Emanuele III entro un ovale, arancio

Il primo ottobre 1945 la Repubblica Italiana emise i suoi primi valori per la posta espressa in contemporanea con l’emissione di posta ordinaria detta “Democratica”.

Il disegno del 5, 25 e 30 Lire raffigurano un piede alato ideato da Paolo Paschetto che voleva rappresentare il fattorino a cui venivano espressamente affidate la corrispondenza con recapito urgente.

Francobolli per posta pneumatica

Questo tipo di francobolli erano in uso in alcune grandi città per il servizio di posta pneumatica, che consisteva in un tubo nel quale l’aria compressa sospingeva alcune capsule contenenti la corrispondenza.

Ideata dall’ingegnere danese Meldhurst , la prima applicazione pratica di posta pneumatica fu effettuata a Londra nel 1853 per la trasmissione di telegrammi ai membri dello Stock Exchange (Borsa Valori).

Fu l’Austria nel 1875 il primo paese al mondo ad emettere francobolli per la posta pneumatica “Pneumatischer Brief”, seguita dalla Francia nel 1880 con speciali foglietti “Carte pneumatique ferme”.

In Italia la posta pneumatica venne istituita nel 1907 con legge 111 del 24 marzo ed uno stanziamento di un milione di lire per dodici chilometri di tubi pneumatici a Roma, nove a Milano e diciassette a Napoli.

Alla rete pneumatica erano allacciati gli uffici postali e venne consentito l’allacciamento anche alle banche e alle aziende private.

Inizialmente il servizio venne utilizzato solo per l’inoltro di telegrammi ed espressi, nel 1912 fu aperto al pubblico e nel 1913 fu approntato il primo francobollo di posta pneumatica con valore nominale di 10 c. in colore bruno e l’effigie di Vittorio Emanuele III.

Nel 1933 i francobolli pneumatici furono sostituiti con due valori, uno ad effigie di Dante Alighieri ed uno con il ritratto di Galileo Galilei.

Il primo febbraio 1946 la Repubblica Italiana aumenta la tariffa e i francobolli rimangono simili ai precedenti.

Bisogna aspettare il 25 marzo del 1947 per una vera emissione della Repubblica Italiana con una serie “Testa di Minerva” di 4 valori emessi in anni differenti dal 1947 al 1966.

Testa di Minerva, posta pneumatica, 1958 - 1966
Testa di Minerva, posta pneumatica, 1958 – 1966

Il 13 maggio del 1992 tutti i francobolli di posta pneumatica emessi dalla Repubblica Italiana vennero posti fuori corso.

Pubblicato il Lascia un commento

Le collezioni nel mondo della Birra: i tappi a corona

Foto di Hans Braxmeier da Pixabay

Le collezioni nel mondo della Birra: i tappi a corona, dal 1892 il metodo migliore per conservare la birra in bottiglia

L’americano William Painter nel 1892 brevettò il tappo a corona; fino al 1911 venne utilizzato esclusivamente dalla Crown Cork & Seal Company (oggi denominata Crown Holdings, Inc.).

Successivamente, altre aziende riconobbero le qualità di questo sistema innovativo, di conseguenza l’uso del tappo a corona si diffuse velocemente in tutto il mondo.

Quale appassionato di birra in bottiglia potrebbe immaginare la storia della propria bevanda preferita senza l’invenzione del tappo a corona?

Foto di 445693 da Pixabay
Foto di 445693 da Pixabay


E’ un elemento semplice, economico e di piccole dimensioni; innegabile la praticità d’uso.

Si tratta di un tappo fatto di metallo, con un’estremità corrugata che assomiglia a una corona rovesciata.

E’ stato un componente fondamentale per lo sviluppo della produzione e conservazione delle bevande frizzanti in bottiglia.

Le bottiglie di bibite frizzanti esistevano già prima dell’invenzione del tappo a corona, ma erano confezioni destinate ad una vita limitata che non potevano sostenere lunghi periodi di conservazione.

I primi tentativi di trasporto di birra in bottiglia riscontravano gravi problemi come la fuoriuscita del liquido e una drastica riduzione dell’anidride carbonica.

Il tappo a corona è a prova di fuoriuscite, originariamente al suo interno era rivestito da un sottile strato di sughero, ricoperto da una particolare pellicola che evitava il contatto tra il contenuto della bottiglia e il metallo del tappo.

Nella seconda metà degli anni ’60, vennero creati i “tappi corona a vite”, che permettono di evitare l’uso degli apribottiglie.

Questo particolare sistema inoltre permette di richiudere e preservare la bevanda avanzata, grazie alla filettatura sul collo della bottiglia.

Altra innovazione importante per la riduzione dei costi, fu la sostituzione del sughero con la plastica.

Il tappo delle bottiglie è diventato spesso elemento strategico e caratterizzante del prodotto e del marketing: oggi sono numerosi i collezionisti in ambito birrario (e non solo) di questi oggetti.

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Anche in questo contesto collezionistico, alcuni esemplari di questi tappi hanno raggiunto livelli di rarità e valutazioni economiche di sicuro interesse.

Non è difficile, infatti, trovare i “tappisti” (collezionisti di tappi) che conservano i “pezzi migliori” come vere e proprie antiche monete rare e preziose.

Il tappo a corona per la sua praticità rimane,  al momento, il più impiegato.

Un altro punto di forza del tappo a corona nel mondo birrario è che cultori ed appassionati non rinuncerebbero al classico rumore dello stappamento.

Pubblicato il Lascia un commento

Storia del francobollo, parte 8: Francobolli per Posta Aerea

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 8: Tipologie di francobollo ed usi postali: Francobolli per Posta Aerea

I francobolli per Posta Aerea servono espressamente per affrancare la corrispondenza inoltrata usando un mezzo di trasporto aereo.

La storia di questa tipologia di valori è generalmente fatta iniziare con i famosi “Ballons Montés”, ovvero con le lettere uscite dalle mura di Parigi nel 1870 e trasportate da mongolfiere.

Il primo volo: Torino-Roma-Roma-Torino

E’ italiano il primo francobollo di posta aerea al mondo, ottenuto sovrastampando l’espresso da 25 c. con la dicitura “ESPERIMENTO POSTA AEREA / MAGGIO 1917 / TORINO-ROMA · ROMA-TORINO”.

Il volo, a causa delle avverse condizioni atmosferiche fu spostato dal 20 al 22 maggio 1917.

L’aereo usato (in realtà studiato per azioni di guerra) fu un biplano Pomicio PC dotato di motore Fiat da 260 cavalli che permetteva di arrivare fino a 184 Km orari.

Il pilota, il tenente Mario De Bernardi, aveva in consegna circa 200 Kg di corrispondenza quasi esclusivamente composta di messaggi diretti al Presidente del Consiglio, al Sindaco di Roma ed al Papa Benedetto XV.

Il carico postale, una volta arrivato a Roma, fu consegnato agli incaricati addetti allo smistamento di Roma Centro.

Il volo di ritorno, ovviamente sempre con il primato di essere il primo volo di ritorno postale al mondo, fu compiuto il 26 maggio 1917 con un carico di alcune centinaia di quotidiani affrancati.

POSTA AEREA - 1926-1928
POSTA AEREA – 1926-1928

Il volo Roma – Costantinopoli

Nel 1922 fu previsto il collegamento postale aereo tra Roma e Costantinopoli, ma l’iniziativa fu annullata.

Per l’occasione fu sovrastampato il francobollo espresso da 25 centesimi rosa, con una stampa nera “Servizio Aereo Speciale Piastre 15″ e sottostante la riproduzione di un aereo.

Quando l’iniziativa fu annullata i francobolli furono ritirati e distrutti ad eccezione di 6 esemplari già posti in vendita.

Questi costituiscono oggi i più rari francobolli della collezione del Regno d’Italia ed hanno un valore inestimabile.

Le trasvolate di Balbo

Dal 17 dicembre 1930 al 16 gennaio 1931 fu compiuta dal Generale Italo Balbo la prima crociera aerea transatlantica Roma – Rio De Janeiro; per l’occasione fu emesso un particolare francobollo di posta aerea che aveva validità limitata alla crociera stessa.

La tiratura fu di 200.000 esemplari, ma ne vennero successivamente distrutti 180.000 a causa delle scarse vendite e per aumentare la rarità del francobollo.

La vignetta raffigurava gli idrovolanti “S55” in volo e sullo sfondo la costellazione della Croce del Sud composta di sei stelle.

Per un errore della stampa su alcuni valori apparì una settima stella, creando una pregiata varietà tra i 20.000 esemplari ancora esistenti.

Fu sempre il generale Balbo a guidare la squadriglia che nel 1933 compì la più imponente delle trasvolate oceaniche dei tempi, con ben 25 idrovolanti ed il più lungo percorso fino allora eseguito: la crociera Nord-Atlantica.

Per questa nuova impresa furono emessi 200.000 valori oggi noti come “trittici”; erano francobolli di Posta Aerea Italiana, composti di tre parti distaccabili dette “pale”.

Nella centrale vi era raffigurato Vittorio Emanuele III con un valore di Lire 5,25; la pala destra aveva un valore di 44,75 Lire se di colore verde (soprattassa di posta aerea per l’America), mentre era di 19,75 Lire se di colore rosso (soprattassa di posta aerea per l’Europa); nella pala sinistra vi era raffigurata la bandiera italiana con lo stemma sabaudo ed era una bandella senza valore con sovrastampato “APPARECCHIO / I – e la sigla di uno dei piloti”.

Nel volo di ritorno, era previsto l’uso di 500 francobolli che sulla pala destra del valore di 44,75 Lire di colore verde recavano la sovrastampa “Volo di Ritorno”.

Le poste americane non autorizzarono per tempo l’uso, per questo motivo i valori rimasero inutilizzati andando a costituire uno dei pochi casi di valori regolarmente emessi e non usati.

POSTA AEREA - 1933-1934
POSTA AEREA – 1933-1934

Oggi i “trittici volo di ritorno” sono tra i pezzi più ambiti dai collezionisti di tutto il mondo.

Il 28 marzo 1973 in occasione del 50° anniversario dell’aeronautica militare la Repubblica Italiana ha emesso l’ultimo francobollo di 150 Lire espressamente concepito per la posta aerea.

Pubblicato il Lascia un commento

Storia del francobollo, parte 7: ordinario o commemorativo

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 7: Tipologie di francobollo ed usi postali: Francobollo ordinario o commemorativo

I francobolli si possono dividere in due grandi categorie: i valori postali ordinari e quelli commemorativi.

Entrambe le tipologie possono essere utilizzate per affrancare la normale posta ordinaria; le lettere e le cartoline che circolano quotidianamente.

Francobolli ordinari

I francobolli ordinari sono stampati con grandi tirature; sono emessi in lunghe serie in annate successive.

Alcuni esempi:

Serie castelli 1980
Serie castelli 1980

Francobolli commemorativi

I francobolli commemorativi sono emessi per commemorare o propagandare un particolare evento.

Solitamente sono stampati in una tiratura limitata, hanno un formato più grande rispetto agli standard e presentano immagini accattivanti.

Due esempi:

Il primo francobollo commemorativo mondiale fu emesso dal Perù nel 1871 per commemorare la ferrovia Lima Callao.

I primi francobolli commemorativi italiani furono emessi nel 1910 per commemorare il 50° anniversario della liberazione della Sicilia per opera delle truppe garibaldine e la serie composta di 4 valori con in vignetta l’effigie di G. Garibaldi è appunto nota come la “Garibaldi”.

Serie effigie Giuseppe Garibaldi
Serie effigie Giuseppe Garibaldi
Pubblicato il Lascia un commento

Barbie: origine, storia e qualche curiosità

Barbie eleganti Foto di 🎄Merry Christmas 🎄 da Pixabay

Barbie: tutto sulla sua origine, la storia dal 1959 a oggi e qualche curiosità sulla bambola più famosa al mondo

Quando è nata la bambola più famosa del mondo? Vediamo quali sono le origini della famosissima Barbie.

Possiamo dire che la Barbie è stata creata grazie ad una bambina: Barbara Millicent Roberts. Sua madre, infatti, Ruth Handler, notò che la figlia invece di giocare con le bambole, che avevano sembianze di neonati o comunque bimbi piccoli, preferiva ritagliare figure femminili dalle riviste di moda fingendo che i ritagli stessi fossero bambole vere e proprie.

Il marito di Ruth, Elliot era cofondatore insieme al suo amico Harold Mattson della Mattel (nome derivato dalla fusione di Mattson ed Elliot).

Avevano iniziato producendo giocattoli in legno nel garage di casa, per poi fondare la famosa Mattel nel 1945.

Ruth propose a Elliot di produrre una bambola con le sembianze di una donna adulta. 

Elliot inizialmente non era molto convinto, ma dopo aver visto la bambola tedesca Bird Lili, simile all’idea suggeritagli dalla moglie, decise di realizzare il progetto.

Barbie Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

La prima Barbie uscì nel 1959 e fu prodotta in Giappone; aveva i capelli neri lunghi acconciati con una coda e indossava un costume da bagno zebrato. Durante il primo anno ne furono vendute 350000.

La Barbie conquistava sempre più fama e così la Mattel creò per Barbie una famiglia.

A partire dal 1964 fino al 2010 furono prodotte infatti altre bambole (le sorelle Skipper, Stacie, Shelly, Chelsie), una cugina (Francie) un fidanzato (Ken) e degli amici.

Barbie sposa Foto di matheustorrezan da Pixabay
Foto di matheustorrezan da Pixabay

Così come per Barbie, il cui nome derivava dalla figlia Barbara, anche per il fidanzato Ken il nome era il diminutivo di Kenneth, altro figlio dei coniugi Hadler.

Barbie con amica Foto di 🎄Merry Christmas 🎄 da Pixabay
Foto di 🎄Merry Christmas 🎄 da Pixabay

La Barbie è la bambola più venduta al mondo , ne esistono 100000 collezioni e vanta un enorme merchandising: abiti, accessori, case di ogni tipo, auto, camper, biciclette, piscine, animali, diversi film di animazione con le relative bambole ispirate ai personaggi della pellicola, videogiochi, libri, giornalini, figurine………..

Esistono Barbie principessa, Barbie dottoressa, Barbie elegante, Barbie sportiva, Barbie da collezione, Barbie infermiera, Barbie veterinaria, Barbie chef…………

Barbie con sorella Foto di 🎄Merry Christmas 🎄 da Pixabay
Foto di 🎄Merry Christmas 🎄 da Pixabay

Ecco la filosofia di Ruth Hadler quando ha pensato alla Barbie:

“La mia intera filosofia riguardo a Barbie si basa sul fatto che, attraverso la bambola, le bambine possono essere tutto ciò che desiderano.  Barbie ha sempre rappresentato la possibilità di scegliere per le donne”. 

Pubblicato il Lascia un commento

Le collezioni nel mondo della Birra: le lattine

Foto di lovepetforever da Pixabay

Le collezioni nel mondo della Birra: le lattine, dal 1810 un metodo sicuro e igienico di conservare la birra

Le lattine, sono utilizzate principalmente nelle produzioni a livello industriale grazie alla loro assoluta protezione contro gli agenti esterni.

La nascita della lattina per uso alimentare si deve all’inventore Nicolas Appert, che ideò un sistema per la lunga conservazione dei cibi tramite le bottiglie con chiusura ermetica.

L’idea di Appert fu modificata da Peter Durand che, sostituendo le bottiglie di vetro con lattine in alluminio di forma cilindrica, ne brevettò il sistema nel 1810.

All’inizio le lattine di birra non presentavano un sistema di apertura, quindi dovevano essere bucate nella parte superiore.

L’uso delle lattine di birra ebbe un grande sviluppo intorno al 1930, in particolare grazie all’invenzione del modello “Cone top” da parte dell’azienda americana Continental Can Company.

lattina cone top
lattina cone top

Questo tipo di lattina presenta nella parte superiore una forma conica e, alla sommità, propone un tappo a vite.

Il modello “Cone top” costituisce la parte più preziosa e ambita per un collezionista di lattine di birra.

Dopo il 1960 si diffuse la lattina “Flat top”, nella forma molto simile a quella odierna, costituita da tre pezzi assemblati; per l’apertura bisognava ricorrere all’uso di un apriscatole.

Una decina di anni dopo fu ideato il tappo ad anello; la prima versione era a strappo, ma aveva il difetto al momento dell’apertura di schizzare il contenuto tutto intorno.

L’attuale sistema di apertura in uso è a pressione che garantisce una perfetta tenuta e una facile apertura, senza troppi inconvenienti!

Foto di Uwe Conrad da Pixabay
Foto di Uwe Conrad da Pixabay

Le metodologie di costruzione del corpo cilindrico si sono evolute con i progressi tecnologici permettendo la realizzazione di contenitori robusti e resistenti capaci di mantenere pressioni elevate.

La tipica dimensione della lattina è studiata per minimizzare l’impiego dell’alluminio; basti pensare che una normale lattina contenente 33 cl. di liquido è realizzata con solo 13 grammi di alluminio.

Le più diffuse lattine per  birra sono formate da soli due pezzi: il corpo cilindrico ed il fondo si ottengono tramite imbutitura, il coperchio stampato è applicato tramite aggraffatura.

Pubblicato il Lascia un commento

CLASSIFICAZIONE DELLE MONETE

Foto di Franz W. da Pixabay

Classificazione delle monete

La classificazione delle MONETE si può effettuare con due parametri fondamentali, il primo è reperibilità degli esemplari, il secondo è lo stato di conservazione; la combinazione dei due fattori ne determina anche un valore commerciale.

CLASSIFICAZIONE DELLA RARITA’ E DELLA REPERIBILITA’:

  • CC = molto comune
  • C = comune
  • NC = non comune
  • R = raro
  • R2 = molto raro, non sempre reperibile
  • R3 = rarissimo, non facilmente reperibile
  • R4 = estremamente raro, difficilmente reperibile
  • R5 = della massima rarità, introvabile
  • U = Unico, un solo esemplare conosciuto
  • NR = non riscontrato, solo notizie bibliografiche

CLASSIFICAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE:

FS = Fondo Specchio o Proof  è una moneta coniata con trattamento speciale dei fondi, la moneta con i Fondi a Specchio può anche presentare tracce di usura, ed essere quindi in conservazione BB o SPL.

ECZ = Eccezionale è una moneta che costituisce una eccezione, non presenta tracce di usura né segni di contatto, né colpetti da conio ma è intonsa.

FDC = Fior di Conio la moneta non presenta segni di usura; molto ricercata per la qualità, questo stato di conservazione è molto raro anche per esemplari comunissimi.

SPL = Splendido la moneta ha uno stato di conservazione molto ricercato soprattutto per le rarità piccole e grandi; rappresenta una moneta che ha circolato pochissimo, e conserva ancora i riflessi della coniazione con rilievi integri e tracce di usura che non devono superare il dieci per cento della moneta nuova.

  • Francia 2 franchi
  • Italia 50 lire mini 1991
  • Australia 50 cent - 1973
  • Italia 500 lire 1984
  • Repubblica Ceca 5 corone 1993
  • Spagna 10 pesetas 1983
  • Finlandia 5 Markkaa - 1983

BB = Bellissimo è una moneta con segni di usura che non devono essere superiori al trenta per cento della moneta nuova.

Marocco 1 Dirham - 1974
Marocco 1 Dirham – 1974

MB = Molto Bello è una moneta in stato di conservazione quasi gradevole, con usura intorno al cinquanta per cento della moneta nuova.

B = Bello è una moneta con qualità poco ricercata, la moneta è molto usurata; i rilievi sono leggibili ma in genere non piacevole allo sguardo.

Pubblicato il Lascia un commento

Le collezioni nel mondo della Birra: le etichette

Foto di 2211438 da Pixabay

Le collezioni nel mondo della Birra: le etichette, ideate dai produttori londinesi che rifornivano anche le corti russe

Le etichette della birra erano originariamente applicate sulle bottigliette degli sciroppi e degli elisir ad utilizzo farmaceutico.

In Gran Bretagna, all’inizio del XX secolo, comparvero le prime etichette per la birra.

Furono ideate perché le produzioni londinesi di BIRRA erano molto apprezzate anche nelle corti russe, di conseguenza erano necessarie indicazioni bilingue.

Inizialmente veniva solo riportato il nome della fabbrica direttamente sul vetro.

Foto di David Greenwood-Haigh da Pixabay
Foto di David Greenwood-Haigh da Pixabay

Il progresso e il miglioramento delle tecniche di stampa e il continuo aumento degli scambi commerciali, spinse i birrai ad identificare con esattezza il proprio prodotto.

La prima etichetta birraria italiana è della “Birra Piemonte Port Ale“, birreria nel comune di Cuorgnè in provincia di TORINO.

Le etichette birrarie, a differenza delle etichette vinicole, presentano grafiche più vivaci e dinamiche, in linea con il messaggio “non scritto” di aggregazione sociale.

La collezione di etichette di bevande (compresa la birra) è conosciuta con il termine di “Labologia”.

Risale agli anni ’50 la nascita a Liverpool del primo club di collezionisti di etichette della birra: fu la Guinness a istituire il “Labologist Club”.

Il club si occupò di codificare, raccogliere e pubblicare specifici cataloghi diventando il punto di riferimento di molti appassionati.

Foto di DivvyPixel da Pixabay
Foto di DivvyPixel da Pixabay

In seguito, la collezione di etichette della birra coinvolse anche l’est europeo e fu il club “Usti nad Labem”, dell’omonima cittadina nella REPUBBLICA CECA, a diventare la voce autorevole e di riferimento.

Come ogni forma di collezionismo, anche per le etichette della birra si possono impostare dei parametri e criteri del tutto personali.

Alcuni fanno la collezione unicamente di etichette staccate dalle bottiglie che hanno provveduto a svuotare personalmente.

Pubblicato il Lascia un commento

Fai da te: come realizzare la palla di vetro con la neve

Palla di vetro natalizia

Il fai da te coinvolgendo la famiglia: come realizzare in casa la palla di vetro con la neve coinvolgendo i bambini

Abbiamo già parlato delle meravigliose palle di vetro con la neve. Oggi vedremo come possiamo realizzarle da soli. Si tratta di un lavoretto fai da te molto semplice, che si può anche fare insieme ai bambini.

Il NATALE si avvicina, e non sarebbe poi una cattiva idea se provassimo a fare qualche regalino con le nostre mani. Cosa c’è di meglio di una PALLA DI VETRO con la neve?

Palla di vetro
Image by Beate Kratena from Pixabay

Ecco cosa occorre:

  • un barattolo di vetro con il suo coperchio
  • colla a caldo
  • dell’acqua
  • un soggetto a piacere, o più soggetti, da inserire all’interno,
  • glicerina (serve per far scendere lentamente la “neve”” quando si rovescia il barattolo)
  • glitter 
  • un cucchiaino di plastica
Glitter
Image by Pexels from Pixabay

Procedimento:

Con la colla a caldo, incollate il soggetto, o i soggetti scelti, all’interno del coperchio del barattolo. Riempite il barattolo fino al bordo con dell’acqua e aggiungete una goccia di glicerina. Inserite i glitter (la quantità varia a seconda della grandezza del barattolo e dei vostri gusti personali).

Mescolate delicatamente con il cucchiaino di plastica, poi sigillate con il coperchio. Può capitare, che non appena rovesciate per la prima volta la vostra palla di vetro con la neve fai da te, fuoriesca un po’ d’acqua: è del tutto normale, dal momento che bisogna riempire il barattolo fino al bordo per non creare poi bolle d’aria. 

Buon lavoro!

Pubblicato il Lascia un commento

Palle di vetro con la neve: qualche curiosità

palle-di-vetro-natalizie

Collezionare palle di vetro con la neve che affascinano quando si capovolgono: la nascita, la storia e qualche curiosità

Un oggetto da collezione che mi ha sempre affascinato è la palla di vetro con la neve. Credo che affascini un po’ tutti, grandi e piccini con la sua “magia” che si crea nel momento in cui la si capovolge.

E’ una sfera di vetro trasparente all’interno della quale si possono trovare soggetti NATALIZI paesaggi, monumenti in miniatura, ballerine, personaggi di cartoni animati……..il tutto immerso in un liquido trasparente. Non appena la si capovolge, ecco che accade qualcosa di magico: scende la neve!

palla-di-vetro-con-palazzi
Foto di Lucas Wendt da Pixabay

In alcune, sulla base, c’è inserito un carillon; possono essere di diverse dimensioni, possono illuminarsi e avere al loro interno, grazie ad un meccanismo, delle figure in movimento.

Sembra che le palle di vetro con la neve siano originarie della Francia: nel 1878, durante l’Esposizione Universale, alcuni espositori francesi avevano come fermacarte proprio delle sfere con la neve, anche se, forse, le prime furono create all’inizio del XIX secolo.

palla-di-vetro-con-fata
Foto di EllasPix da Pixabay

Se siete dei collezionisti di palle di vetro con la neve, dovete sapere che a Vienna c’è la Manufaktur Perzy, una fabbrica che da più di un secolo produce e vende queste meraviglie. 

Dal momento che il Natale si sta avvicinando, cosa ne dite di regalare (o regalarvi) una palla di vetro con la neve?  Lo sapevate che si possono creare anche a casa? Di questo ne parlerò in un altro post. Non vi resta che seguirmi per saper come si fa. Non siete curiosi?