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Storia del francobollo, parte 10: francobolli per i pacchi

Somalia pacchi postali

Storia del francobollo, parte 10: Tipologie di francobollo ed usi postali, Francobolli per i pacchi postali e Francobolli per il trasporto dei pacchi in concessione

Francobolli per i pacchi postali

Questo tipo di francobolli sono stati utilizzati per il pagamento della speciale tassa stabilita per la spedizione dei pacchi postali.

In Italia questi valori erano previsti già nel 1862, ma solo nel 1884 fu stampata la prima serie.

Per agevolare il pubblico e il servizio di spedizione, vennero emesse delle speciali cartoline che riproducevano gli stessi francobolli con identico soggetto.

Nel 1914 venne realizzato un nuovo tipo di francobolli detti “nodo di Savoia” per pacchi postali; aveva la caratteristica di essere diviso in due sezioni.

La parte di sinistra doveva essere apposta sul bollettino e quella di destra sulla ricevuta di spedizione.

Successivamente, nel 1923 alcuni valori della serie “nodo di Savoia” furono sovrastampati con importi diversi.

Dal 1927 al 1945 fu rinnovata la grafica con il fascio littorio e modificata con 2 versioni differenti di sovrastampa.

PACCHI POSTALI 1927 - 1939
PACCHI POSTALI 5 CENTESIMI 1927

A seguito della proclamazione della Repubblica, nel 1946, i francobolli furono sovrastampati per coprire il fascio littorio.

Pacchi postali 1945 10 Centesimi
Pacchi postali 1945 10 Centesimi

Successivamente vennero sostituite le immagini con un corno postale sulla parte di sinistra ed una stella su quella di destra.

Tra il 1946 e il 1972 sono state stampate 5 versioni differenti di francobolli per pacchi postale, con filigrana prima “ruota” e successivamente “stelle”.

Degno di nota collezionistica è il francobollo “Cavallino ruota” emesso nel 1954 dal valore facciale di Lire 1.000 raffigurante un “cavallino” del Regno di Sardegna. Si tratta del più raro francobollo della Repubblica Italiana.

In Europa, la Francia emise i suoi primi francobolli per pacchi nel 1892.

Gli Stati Uniti solo nel 1912 legiferarono riguardo al servizio di recapito pacchi attraverso la US Mail.

Francobolli per il trasporto dei pacchi in concessione

Un servizio tipicamente italiano: il trasporto dei pacchi in concessione da parte di spedizionieri privati.

È una tipologia di valori leggermente differente dai francobolli per i Pacchi Postali, hanno un aspetto simile a quello dei pacchi postali, sempre con due sezioni separate ma con grafica completamente differente.

I primi francobolli risalgono al 1º luglio 1953, con l’emissione di otto serie differenti, l’ultima emissione risale al 1984 con un francobollo da L. 3 000.

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Gronchi rosa: storia di un francobollo, trovata la soluzione

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 4 aprile 1961 trovata la soluzione ottimale


Coloro che oggi si recano in posta per acquistare la nuova emissione scoprono con grande sorpresa che sono in vendita solo due dei tre francobolli.

Quello da 205 lire dedicato alla visita del presidente della repubblica in Perù, infatti, non è più disponibile.

È la diretta conseguenza del telegramma del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni arrivato a tutti gli uffici prima dell’apertura al pubblico.
Per capire esattamente quale fosse la lamentela, venne contattata l’Ambasciata del Perù; furono mostrati i dettagli della controversia sui confini tra Ecuador e Perù.

I funzionari italiani tentarono di evidenziare che, per le minime dimensioni del territorio del Perù sul francobollo, sarebbe stato difficile individuare l’errore.

L’Ambasciata peruviana con una nota, e non con una formale protesta, rilevò che, continuando a divulgare il francobollo con i confini sbagliati, si sarebbe provocato un disappunto nell’animo di tutti i peruviani.

All’Istituto Poligrafico dello Stato fu accertato che, per preparare quei francobolli, era stata usata un’edizione dell’Atlante Geografico De Agostini risalente al 1939, quindi i confini non erano aggiornati.

Al ministero delle Poste una riunione con diversi funzionari portò alla soluzione, per porre rimedio all’errore “Gronchi rosa“.

Alla fine venne confermata la sospensione della vendita del francobollo sbagliato e la sostituzione con uno dal valore facciale equivalente, con i confini corretti e stampato con un colore diverso.

Gronchi Perù
Gronchi Perù

Intanto, negli ambienti filatelici si ebbe la netta sensazione che la sospensione si fosse tramutata in un ritiro definitivo.

Un quotidiano romano pubblicò in prima pagina un articolo dedicato ai francobolli sbagliati, rivelando che anche il francobollo da 170 lire conteneva un errore nei confini dell’Argentina, alla quale non sarebbe stato attribuito il suo territorio nella Tierra del Fuego.

In mancanza di una protesta da parte della rappresentanza diplomatica argentina, il francobollo da 170 lire restò così com’era.

Gronchi Argentina
Gronchi Argentina

Nella speranza di poter mettere le mani su qualche francobollo sbagliato gli uffici postali furono presi d’assalto dai collezionisti filatelici.

Alcuni sportelli filatelici hanno messo regolarmente in vendita all’apertura il francobollo lilla rosa da 205 lire, ma per poco tempo: al più tardi alle 9 era già stato ritirato dalla vendita.

L’agenzia ANSA registrò il comunicato del ministero delle Poste alle 23.04, in cui si rendeva nota la decisione di far ristampare il francobollo dedicato al Perù con i confini corretti.

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Gronchi rosa: storia di un francobollo, scoperto l’errore

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 2 aprile 1961 viene scoperto l’errore del confine

Sabato 1° aprile 1961

Da giorni circolava la notizia dell’emissione della serie “Visita del presidente Gronchi in Argentina, Uruguay e Perù”; addirittura, il mensile “Il Collezionista – Italia Filatelica” n. 4 dell’aprile 1961 ne diede notizia.

I  francobolli avrebbero avuto piena validità venerdì 6 aprile, ma stranamente furono messi in vendita in anticipo, a partire da lunedì 3 aprile.

La scelta fu fatta per consentire ai collezionisti di predisporre le buste e le affrancature che avrebbero viaggiato nel dispaccio sul volo presidenziale.

Sempre in base a tale scelta, gli uffici provinciali inoltrarono senza annullare le buste al competente ufficio postale di Roma, dove avrebbero ricevuto l’annullo speciale del volo.

Con questa eccezione si voleva correggere una grossa irregolarità; in sostanza la corrispondenza sopra descritta viaggiava nei giorni dal 3 al 6 aprile con francobolli privi di validità postale e senza regolare annullo.

Gronchi Perù
Gronchi Perù

Domenica 2 aprile 1961 (Pasqua)

I quotidiani diedero la notizia dell’emissione della serie di francobolli il giorno successivo.

Ad apprendere la novità fu anche l’incaricato d’affari dell’ambasciata del Perù di Roma, il dottor Alfonso Arias Schreiber Pezet.

Il diplomatico stava seguendo tutta la macchina organizzativa per la visita del presidente Gronchi nel suo paese.

Lunedì 3 aprile 1961 (lunedì dell’Angelo-Pasquetta)

Le varie direzioni provinciali delle Poste misero in vendita la nuova serie di francobolli.

Complici la giornata per la tradizionale gita fuori porta e la prevendita di valori bollati che risultavano inutilizzabili fino al successivo giovedì 6 aprile, le quantità vendute non furono consistenti.

Nonostante le precise indicazioni ministeriali, alcuni sportelli per probabile compiacenza nei confronti dei clienti, hanno annullato con il timbro del 3 aprile su alcune buste non viaggiate.

L’incaricato d’affari Alfonso Arias, quando ricevette i francobolli, si accorse immediatamente che proprio l’esemplare dedicato al suo paese conteneva un grossolano errore di confine: al Perù mancava una parte, il cosiddetto “triangolo amazzonico”.

confronto confini Perù
confronto confini Perù

Il ministero degli Esteri voleva evitare la compromissione dei  rapporti tra i due paesi proprio alla vigilia della visita del presidente della Repubblica Gronchi.

Girò, quindi, la lamentela al ministero delle Poste e Telecomunicazioni; vennero coinvolti il direttore generale ed il direttore centrale dei servizi postali.

Al ministero delle Poste non trovarono altra soluzione se non quella, provvisoria, di sospendere la vendita del francobollo “Gronchi rosa”.

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Storia del francobollo, parte 9: espressi e posta pneumatica

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 9: Tipologie di francobollo ed usi postali: valori bollati espressi e la posta pneumatica

Francobolli espressi

Questo tipo di francobolli hanno un valore nominale più alto della posta ordinaria, la maggiorazione da pagare serve affinché una lettera sia inoltrata con maggior celerità.

Il primo espresso, fu emesso nel 1855 in Australia, nell’Antico Stato Australiano di Victoria; era un francobollo del valore di 6 pence con l’effigie della Regina Vittoria e la dicitura “Too Late” (troppo tardi).

Il servizio espresso delle Poste Italiane fu istituito con legge 12 marzo 1890, ma i primi francobolli dedicati furono emessi solo il 1 giugno 1903 con il valore da 25 centesimi a stampa tipografica e filigrana a corona, di colore rosso carminio, che riportava la dicitura “ESPRESSO” e l’effigie di Vittorio Emanuele III.

  • ESPRESSO VITTORIO EMANUELE III 60 CENTESIMI 1922
  • Decennale della marcia su Roma, espressi, 1,25 Lire, 1932
  • Espresso, Monumenti distrutti, Duomo di Palermo
  • Effigie di Vittorio Emanuele III entro un ovale, arancio

Il primo ottobre 1945 la Repubblica Italiana emise i suoi primi valori per la posta espressa in contemporanea con l’emissione di posta ordinaria detta “Democratica”.

Il disegno del 5, 25 e 30 Lire raffigurano un piede alato ideato da Paolo Paschetto che voleva rappresentare il fattorino a cui venivano espressamente affidate la corrispondenza con recapito urgente.

Francobolli per posta pneumatica

Questo tipo di francobolli erano in uso in alcune grandi città per il servizio di posta pneumatica, che consisteva in un tubo nel quale l’aria compressa sospingeva alcune capsule contenenti la corrispondenza.

Ideata dall’ingegnere danese Meldhurst , la prima applicazione pratica di posta pneumatica fu effettuata a Londra nel 1853 per la trasmissione di telegrammi ai membri dello Stock Exchange (Borsa Valori).

Fu l’Austria nel 1875 il primo paese al mondo ad emettere francobolli per la posta pneumatica “Pneumatischer Brief”, seguita dalla Francia nel 1880 con speciali foglietti “Carte pneumatique ferme”.

In Italia la posta pneumatica venne istituita nel 1907 con legge 111 del 24 marzo ed uno stanziamento di un milione di lire per dodici chilometri di tubi pneumatici a Roma, nove a Milano e diciassette a Napoli.

Alla rete pneumatica erano allacciati gli uffici postali e venne consentito l’allacciamento anche alle banche e alle aziende private.

Inizialmente il servizio venne utilizzato solo per l’inoltro di telegrammi ed espressi, nel 1912 fu aperto al pubblico e nel 1913 fu approntato il primo francobollo di posta pneumatica con valore nominale di 10 c. in colore bruno e l’effigie di Vittorio Emanuele III.

Nel 1933 i francobolli pneumatici furono sostituiti con due valori, uno ad effigie di Dante Alighieri ed uno con il ritratto di Galileo Galilei.

Il primo febbraio 1946 la Repubblica Italiana aumenta la tariffa e i francobolli rimangono simili ai precedenti.

Bisogna aspettare il 25 marzo del 1947 per una vera emissione della Repubblica Italiana con una serie “Testa di Minerva” di 4 valori emessi in anni differenti dal 1947 al 1966.

Testa di Minerva, posta pneumatica, 1958 - 1966
Testa di Minerva, posta pneumatica, 1958 – 1966

Il 13 maggio del 1992 tutti i francobolli di posta pneumatica emessi dalla Repubblica Italiana vennero posti fuori corso.

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Storia del francobollo, parte 8: Francobolli per Posta Aerea

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 8: Tipologie di francobollo ed usi postali: Francobolli per Posta Aerea

I francobolli per Posta Aerea servono espressamente per affrancare la corrispondenza inoltrata usando un mezzo di trasporto aereo.

La storia di questa tipologia di valori è generalmente fatta iniziare con i famosi “Ballons Montés”, ovvero con le lettere uscite dalle mura di Parigi nel 1870 e trasportate da mongolfiere.

Il primo volo: Torino-Roma-Roma-Torino

E’ italiano il primo francobollo di posta aerea al mondo, ottenuto sovrastampando l’espresso da 25 c. con la dicitura “ESPERIMENTO POSTA AEREA / MAGGIO 1917 / TORINO-ROMA · ROMA-TORINO”.

Il volo, a causa delle avverse condizioni atmosferiche fu spostato dal 20 al 22 maggio 1917.

L’aereo usato (in realtà studiato per azioni di guerra) fu un biplano Pomicio PC dotato di motore Fiat da 260 cavalli che permetteva di arrivare fino a 184 Km orari.

Il pilota, il tenente Mario De Bernardi, aveva in consegna circa 200 Kg di corrispondenza quasi esclusivamente composta di messaggi diretti al Presidente del Consiglio, al Sindaco di Roma ed al Papa Benedetto XV.

Il carico postale, una volta arrivato a Roma, fu consegnato agli incaricati addetti allo smistamento di Roma Centro.

Il volo di ritorno, ovviamente sempre con il primato di essere il primo volo di ritorno postale al mondo, fu compiuto il 26 maggio 1917 con un carico di alcune centinaia di quotidiani affrancati.

POSTA AEREA - 1926-1928
POSTA AEREA – 1926-1928

Il volo Roma – Costantinopoli

Nel 1922 fu previsto il collegamento postale aereo tra Roma e Costantinopoli, ma l’iniziativa fu annullata.

Per l’occasione fu sovrastampato il francobollo espresso da 25 centesimi rosa, con una stampa nera “Servizio Aereo Speciale Piastre 15″ e sottostante la riproduzione di un aereo.

Quando l’iniziativa fu annullata i francobolli furono ritirati e distrutti ad eccezione di 6 esemplari già posti in vendita.

Questi costituiscono oggi i più rari francobolli della collezione del Regno d’Italia ed hanno un valore inestimabile.

Le trasvolate di Balbo

Dal 17 dicembre 1930 al 16 gennaio 1931 fu compiuta dal Generale Italo Balbo la prima crociera aerea transatlantica Roma – Rio De Janeiro; per l’occasione fu emesso un particolare francobollo di posta aerea che aveva validità limitata alla crociera stessa.

La tiratura fu di 200.000 esemplari, ma ne vennero successivamente distrutti 180.000 a causa delle scarse vendite e per aumentare la rarità del francobollo.

La vignetta raffigurava gli idrovolanti “S55” in volo e sullo sfondo la costellazione della Croce del Sud composta di sei stelle.

Per un errore della stampa su alcuni valori apparì una settima stella, creando una pregiata varietà tra i 20.000 esemplari ancora esistenti.

Fu sempre il generale Balbo a guidare la squadriglia che nel 1933 compì la più imponente delle trasvolate oceaniche dei tempi, con ben 25 idrovolanti ed il più lungo percorso fino allora eseguito: la crociera Nord-Atlantica.

Per questa nuova impresa furono emessi 200.000 valori oggi noti come “trittici”; erano francobolli di Posta Aerea Italiana, composti di tre parti distaccabili dette “pale”.

Nella centrale vi era raffigurato Vittorio Emanuele III con un valore di Lire 5,25; la pala destra aveva un valore di 44,75 Lire se di colore verde (soprattassa di posta aerea per l’America), mentre era di 19,75 Lire se di colore rosso (soprattassa di posta aerea per l’Europa); nella pala sinistra vi era raffigurata la bandiera italiana con lo stemma sabaudo ed era una bandella senza valore con sovrastampato “APPARECCHIO / I – e la sigla di uno dei piloti”.

Nel volo di ritorno, era previsto l’uso di 500 francobolli che sulla pala destra del valore di 44,75 Lire di colore verde recavano la sovrastampa “Volo di Ritorno”.

Le poste americane non autorizzarono per tempo l’uso, per questo motivo i valori rimasero inutilizzati andando a costituire uno dei pochi casi di valori regolarmente emessi e non usati.

POSTA AEREA - 1933-1934
POSTA AEREA – 1933-1934

Oggi i “trittici volo di ritorno” sono tra i pezzi più ambiti dai collezionisti di tutto il mondo.

Il 28 marzo 1973 in occasione del 50° anniversario dell’aeronautica militare la Repubblica Italiana ha emesso l’ultimo francobollo di 150 Lire espressamente concepito per la posta aerea.

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Storia del francobollo, parte 6: Caratteristiche fisiche

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 6: Tipologie di francobollo ed usi postali: caratteristiche fisiche del francobollo

Caratteristiche fisiche del francobollo

La forma

La forma rettangolare o quadrata riguarda la maggior parte dei francobolli.

Il primo francobollo ad avere una sagoma diversa, fu emesso nel 1853 dal Capo di Buona Speranza con la forma triangolare.

forme francobolli
forme francobolli

Esistono poi francobolli con curiosi contorni, tra i più conosciuti ricordiamo a forma di frutta, di cuore, di rombo, di stemma araldico.

Non vi è una regola prefissata in quanto sono i vari decreti dei paesi emittenti a deciderne, di volta in volta, la forma geometrica, indicandola negli appositi bollettini.

La vignetta

La vignetta è la parte stampata del francobollo.

Normalmente contiene le indicazioni dello stato che lo ha emesso ed il valore nominale di affrancatura.

La Gran Bretagna non indica a lettere lo stato emittente, lo sostituisce con il profilo del sovrano regnante.

Quasi sempre la vignetta rispetta la forma del francobollo, ma in alcuni casi questa consuetudine non è rispettata.

La vignetta può essere istituzionale quando è formata dai simboli delle istituzioni dello stato emittente, come ad esempio, avveniva nel Regno d’Italia quando si imprimeva l’effigie di Vittorio Emanuele II.

Può essere commemorativa nel caso di una ricorrenza di un avvenimento o di un personaggio storico.

Può essere propagandistica come nel caso di quei francobolli che portano un messaggio di solidarietà umana.

Il valore nominale di affrancatura attribuisce al francobollo un preciso valore a riferimento della moneta in corso nello stato di emissione.

In alcuni casi, oltre al valore nominale vi è indicato un sovrapprezzo in beneficenza.

Per esempio in Italia nel 1910, l’emissione della serie detta “Garibaldi” fece coincidere l’inizio delle emissioni di vignette commemorative, con l’uso del sovrapprezzo che era a favore del Comitato Nazionale dei Festeggiamenti per il cinquantenario dell’unificazione del Paese.

Nel 1915 venne emessa la serie di quattro valori della “Croce Rossa” dove, per la prima volta, era indicato il sovrapprezzo di 5 centesimi in beneficenza.

Nel 1953 il Vietnam del Nord ha emesso una serie di francobolli che non esprimeva il valore nominale in moneta corrente ma in chili di riso.

La vignetta indica un contadino intento alla coltivazione del cereale con quattro misure differenti da 6 etti a 5 chili.

Il 17 novembre 2005 la Repubblica di San Marino, per prima al mondo, ha emesso un francobollo che non indica il valore nominale, sostituito da un breve testo che chiarifica l’uso.

Nel 2006 la Repubblica Italiana ha emesso un valore da Euro 0,60 con sovrapprezzo di Euro 0,30 a favore dell’Associazione Pro Lotta ai Tumori del Seno.

La carta

Nella storia della stampa dei francobolli sono stati usati moltissimi tipi di carta.

Spesso per l’emissione di uno stesso francobollo sono stati usati tipi di carta differente.

In alcuni francobolli sono impastati nella carta fili di seta o altra stoffa che ne consente l’identificazione dalle contraffazioni.

Per lo stesso motivo, in tempi più recenti, si usa la carta fluorescente.

La carta non è, però essenziale nella genesi di un francobollo in quanto esistono valori su pergamena, su lamine metalliche ed è noto il francobollo di stoffa emesso dalla Repubblica Italiana l’8 ottobre 2004 che ha preso nome di “Arte del Merletto”

Il sistema di stampa

Le tecniche di stampa usate per la produzione dei francobolli sono diverse, le più usate sono:

  • La tipografia costituisce il procedimento più antico ed è caratterizzata da un’impressione ottenuta dai rilievi dei cilindri di stampa.
  • La fotocalcografia consiste in una stampa ottenuta con procedimenti fotochimici l’incisione a bulino è il più comune e consiste in una lastra incisa con solchi dentro la quale rimane l’inchiostro che si trasferisce poi sulla carta.

La filigrana

La filigrana è un disegno leggibile contro-luce dato da un dislivello di spessore nella carta del francobollo.

Non tutti i francobolli hanno la filigrana, ma ne esistono della stessa emissione con o senza filigrana ed anche con filigrane diverse a seconda del giorno di stampa.

Ormai in disuso, in origine era uno degli elementi che serviva a garantire la sicurezza anticontraffazione nei francobolli.

Introdotta in Italia nel 1863 dalle Regie Poste, per opera dell’ingegner Perazzi, che aveva ideato la forma a “coroncina” da usare in contemporanea con la stampa di un fondo di sicurezza.

Nel 1945 la Repubblica Italiana introdusse la filigrana a forma di “ruota alata” ed il 1 marzo 1955 fu mutata in “stella“.

Con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°80 del 7 aprile 1955, il ministro Gava riconosceva l’opportunità di stampare i francobolli su carta filigranata a tappeto di stelle a cinque punte.

La Repubblica di San Marino utilizzò la stessa filigrana fino al 1961, quando decise di adottare un proprio simbolo a “tre penne”; che fu adottata per la prima volta nel valore da 500 lire del 20 ottobre.

La gomma

La gomma è quella parte che può essere umidificata per l’uso postale ovvero per attaccare il francobollo all’oggetto da inoltrare via posta.

Soprattutto nei primi francobolli emessi è possibile che non sia presente in quanto era compito degli impiegati postali spalmare della colla per consentirne l’uso.

In filatelia si distinguono quattro tipologie:

  • gommati
  • senza gomma
  • linguellati
  • senza tracce di linguella.

La linguella era una striscia di carta applicata dai collezionisti per conservarne gli esemplari in appositi album.

Talvolta, per fare scomparire la linguella o la traccia di essa dal retro del francobollo, alcune persone prive di scrupoli, eseguono la rigommatura del francobollo.

La gomma manipolata è molto più liscia e compatta, e più spessa rispetto all’originale, ciò aumenta lo spessore totale del francobollo rigommato rispetto all’originale e tale variazione di spessore si può misurare con un apposito strumento denominato spessimetro.

Però il metodo più semplice per accorgersi della rigommatura è passare con delicatezza un dito lungo i dentelli: in genere questi sono più duri e rigidi rispetto ai dentelli di un francobollo non rigommato.

La dentellatura

La dentellatura è una perforazione della carta che contorna le vignette dei francobolli ed ha come scopo il consentire un’agevole separazione degli esemplari stampati su uno stesso foglio.

L’ampiezza tra un dentello e l’altro si misura con un apposito strumento detto odontometro ed è una caratterizzazione legata alle emissioni.

I valori indicati nelle scale dell’odontometro rappresentano un rapporto matematico di 20/n dove 20 sono i millimetri presi in considerazione sul francobollo ed n indica l’esatta distanza fra i centri di due perforazioni.

Esistono vari tipi di perforazioni a seconda del perforatore in uso.

frammento di foglio francobolli
frammento di foglio francobolli

Andrea

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Storia del francobollo, parte 5: Francobolli di propaganda

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 5: Francobolli di propaganda e guerra

Francobolli di propaganda e guerra

Fu nel corso della prima guerra mondiale che si scoprirono le potenzialità dei francobolli come mezzi di propaganda.

Si ricorse alla falsificazione dei francobolli esteri e alla loro diffusione sul territorio nemico a scopo propagandistico.

Inoltre con l’avvento dei totalitarismi, i francobolli vennero impiegati soprattutto sul fronte interno per rafforzare il consenso delle varie dittature.

Nell’Italia fascista nacquero così alcune serie, tra cui il “decennale della Marcia su Roma” e la “commemorativa dell’Impero”.

Decennale della marcia su Roma, espressi, 1,25 Lire, 1932
Decennale della marcia su Roma, espressi, 1,25 Lire, 1932

Nella Germania nazista “effigie del Führer” e delle altre dittature sul suolo europeo.

Durante la seconda guerra mondiale la propaganda sui francobolli divenne propaganda di guerra, e si moltiplicarono le emissioni “a tema” contenenti l’elogio della guerra o la condanna del nemico.

La serie “Due popoli, una guerra” del Regno d’Italia e i francobolli della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) con la dicitura “hostium rabies diruit”.

Successivamente con la guerra fredda, i francobolli propagandistici vennero utilizzati ad esaltazione dei vari regimi, per poi estendersi a tutti i casi di culto della personalità.

Possiamo dire che il francobollo ha comunque rivestito fin dalla sua origine una sorta di ruolo celebrativo, in quanto per tutto il XIX secolo la raffigurazione di regnanti o allegorie di nazioni costituì un motivo assolutamente dominante.

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FRANCOBOLLI: I QUEEN CELEBRATI CON UNA COLLEZIONE SPECIALE

categoria - francobolli

Il nove luglio in uscita nuovi fantastici francobolli: i Queen celebrati dalla Royal Mail con una collezione speciale.

Queen - Rock Montreal

Una notizia che entusiasmerà i fan dei Queen: la Royal Mail britannica rende omaggio, in occasione del loro 50esimo anniversario, con una collezione speciale di francobolli a loro dedicati. Si tratta della terza band a cui spetta questo gande onore: nel 2007 erano usciti i francobolli dei Beatles e nel 2016 quelli dei Pink Floyd.

Queen - Innuendo
La collezione sarà in vendita a partire dal 9 luglio ed è così composta: 13 francobolli con una foto della band al completo, il grande ed indimenticabile Freddie Mercury, il batterista Roger Taylor, il chitarrista Brian May e il bassista John Deacon, e una foto di ciascun componente del gruppo tratta da alcuni concerti.

Queen - Flash Gordon
Gli altri 8 francobolli ritraggono le copertine dei seguenti album della band: Queen II, Sheer Heart Attack, A Night at the Opera, News of the World, The Game, Greatest Hits, The Works e Innuendo.

Queen - A kind of magic
La collezione costerà 16,00 euro e si può ordinare sul sito della Royal Mail.

Queen - The miracle

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Storia del francobollo, parte 4: nascita filatelia e falsi

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 4: Tipologie di francobollo ed usi postali: la nascita della filatelia e i primi falsi

La nascita della filatelia

Con la crescente diffusione dei francobolli nacque anche il fenomeno del loro collezionismo, la filatelia.

Già nel 1856 ebbero luogo negli Stati Uniti le prime riunioni di filatelisti.

categoria - filatelia
categoria – filatelia

Inizialmente i francobolli venivano recuperati dalla corrispondenza dopo che era giunta a destinazione.

I primi albi per collezionisti furono diffusi a partire del 1860 e il primo catalogo fu stampato nel 1861.

In questa fase il francobollo divenne un bene con valore collezionisti diverso dal valore nominale.

All’inizio della storia postale le emissioni erano scarse, di conseguenza i collezionisti non si concentravano su specifiche tematiche o emissioni nazionali.

Il 15 dicembre 1862 uscì la prima rivista specializzata in campo filatelico il Monthly Advertiser.

Nel 1864, fu il collezionista francese Georges Herpin a coniare la parola “filatelista”, termine di origine greca che significa “amante dell’assenza di tassa”.

Il 1866 è l’anno in cui negli Stati Uniti avvenne la fondazione della prima associazione filatelica del mondo, la Excelsior Stamp Association.

I primi falsi

I primi falsi fecero comparsa poco dopo l’introduzione del primo francobollo nel 1840.

La fantasia dei falsari non si limitò a riprodurre i valori originali, ma vennero eseguite anche contraffazioni.

Variazioni cromatiche e modifica delle cifre ad imitazione di francobolli con valori più elevati.

Altra tecnica utilizzata nella falsificazione fu il lavaggio chimico dell’annullo che rendeva i francobolli usati come nuovi per poter essere riutilizzati.

I sistemi antifalsificazione introdotti sono svariati, il primo ad essere adottato, fin dalla prima emissione inglese, è la filigrana della carta.

In Baviera, Württemberg e Svizzera fu introdotto l’uso di carta bianca con fili di seta colorata.

In seguito vennero ad aggiungersi ulteriori tecniche come l’utilizzo di carta colorata o con strisce laccate.

Andrea e Irene

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Storia del francobollo, parte 3: primi errori primi italiani

forme francobolli

Storia del francobollo, parte 3: Tipologie di francobollo ed usi postali: i primi errori e i primi francobolli italiani

I primi errori

Il primo errore risale all’anno 1847, quando le autorità di Mauritius, allora possedimento inglese, volendosi dotare dei loro primi francobolli.

In questo modo riuscirono ad aggiudicare il primato del primo clamoroso errore di stampa, in realtà composto da due errori.

Emisero due serie del tutto simile al Penny Black ma una su fondo vermiglio e una su fondo indaco.

Inoltre riportando l’erronea dicitura di “Post Office” anziché “Post Paid”, ossia di “Ufficio Postale” al posto di “Porto Pagato”.

Questi sono oggi tra i più rari francobolli del mondo, in quanto furono subito ritirati.

Sono arrivati a noi 14 esemplari su fondo vermiglio e 12 esemplari su fondo indaco.

Nel 1855 e più precisamente il 1° luglio, fu la Svezia a regalare al mondo filatelico un’altro importante errore.

Fu proprio nell’emissione del primo francobollo svedese del valore di 3 skilling, che commise l’errore.

Venne realizzata la prima non conformità tra decreto di emissione (che lo aveva previsto verde) e stampa effettiva (che fu in giallo).

In questo modo venne realizzato uno dei più rari francobolli del mondo, battuto ad asta pubblica nel 1996 per ben due milioni di euro.

I primi francobolli italiani

Il 1º giugno del 1850, anche l’Italia si dotò del suo primo francobollo.

Il Regno Lombardo-Veneto emise la sua prima serie di sei valori diversi denominata “Aquila Bicipite”.

Aquila bicipite
Aquila bicipite

Fra questi è presente il 45 centesimi azzurro, considerato tra i più rari francobolli del mondo.

In seguito, 1º gennaio 1851 anche il Regno di Sardegna diede alle stampe la sua prima serie, l’effigie è di Vittorio Emanuele II.

Il 1º aprile successivo, con una serie di sei valori in Crazie, fu il granducato di Toscana con il marzocco (stemma del granducato) ad unirsi al nuovo sistema postale.

A seguire anche gli altri stati preunitari si uniformarono; nel 1852, il 1º gennaio lo Stato Pontificio e a giugno il Ducato di Modena e il Ducato di Parma.

Nel 1858 il Regno delle Due Sicilie fu l’ultimo degli antichi stati italiani ad adottare il francobollo, con una serie di colore rosa con 7 valori in Grana.

Di questi, il francobollo detto “Trinacria” divenne una rarità dopo che il governo garibaldino appena insediatosi a Napoli ne riprese la lastra di stampa.

Venne data vita ad un nuovo francobollo usando il colore azzurro e il valore in Grana venne convertito in Tornese.

Tale francobollo, rimasto in circolazione per un solo mese, è tra i più rari della storia postale italiana.

A seguito dell’unità d’Italia, vennero estesi ai nuovi possedimenti sabaudi i francobolli del Regno di Sardegna.

Di conseguenza il primo francobollo sardo (il 5 centesimi nero del gennaio 1851) è considerato anche il primo francobollo “italiano”.

La prima vera emissione italiana avvenne solo il 24 febbraio 1862, con il francobollo da 10 centesimi bistro recante l’effigie di Vittorio Emanuele II.

Quest’ultimo è analogo a quello sardo del 1855 ma dotato di dentellatura.

Il 1º dicembre 1863 venne stampata, in Inghilterra dalla tipografia De La Rue, la prima serie appositamente studiata per coprire le tariffe postali del Regno d’Italia.

Andrea e Irene