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Gronchi rosa: storia di un francobollo, a Roma il nuovo 205

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 6 aprile 1961 arriva solo a Roma il nuovo 205 L

Giovedì 6 aprile, ore 8:00 di mattina presso gli sportelli della sede centrale delle Poste di Roma è finalmente in vendita il 205 lire grigio con i confini del Perù corretti.

Gronchi Perù
Gronchi Perù

Il nuovo francobollo è disponibile solo negli sportelli della capitale, di conseguenza è possibile preparare le buste primo giorno solo dagli uffici postali di Roma.

In via eccezionale è stata riaperta fino a mezzogiorno l’accettazione delle buste speciali, ma vengono escluse le raccomandate.
In questa fase di transizione i collezionisti sono alla spasmodica ricerca del famoso e introvabile Gronchi rosa.

La diretta conseguenza è il mercato nero in gran fermento, il prezzo del 205 rosa con i confini errati pare che oscillasse oltre le 7.000 lire.

confronto confini Perù
confronto confini Perù

A frenare, solo in parte, la salita del prezzo fu l’incontro dei commercianti di valori bollati che chiedevano la rimessa in vendita del francobollo rosa a puro scopo collezionistico.

Nella stessa giornata viene aperta un’inchiesta per conto del ministero delle Poste per appurare i fatti.

Inoltre iniziano a circolare una serie di supposizioni sulla quantità di francobolli errati venduti prima del ritiro ufficiale.

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Gronchi rosa: storia di un francobollo, il nuovo 205 lire

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 5 aprile 1961 finalmente pronto il nuovo 205 lire

Mercoledì 5 aprile 1961, l’affluenza del pubblico agli sportelli filatelici continua ad essere sostenuta.

L’interesse viene alimentato dalla notizia del probabile ritiro del francobollo da 170 Lire per la mancanza in mappa della Terra del Fuego.

Gronchi Argentina
Gronchi Argentina

All’Istituto poligrafico viene ritoccato il francobollo da 205 Lire, aggiungendo il “triangolo amazzonico”. Si tratta di una modifica alquanto vistosa: il Perù, infatti, risulta molto più grande della realtà.

Le buste dei collezionisti affrancate con il Gronchi rosa iniziano a giungere a Roma, per essere annullate ed imbarcate sul volo presidenziale.

Il ministero delle Poste, per sanare l’urgente problema delle buste già affrancate, decide di coprire i valori errati con i nuovi corretti.

Non è ancora chiaro se il nuovo francobollo sarà reso disponibile ai collezionisti per i nuovi aereogrammi.

Viene avanzata la richiesta da parte dei negozianti e dei commercianti filatelici di considerare il francobollo lilla rosa come un “non emesso”, ovvero privo di validità postale, quindi in vendita solo per un uso collezionistico.

In tarda serata il Poligrafico consegna i nuovi francobolli da 205 lire stampati in grigio con i confini del Perù corretti.

Gronchi Perù
Gronchi Perù

I valori necessari vengono trasportati nel salone delle conferenze della Stazione Termini, dove trenta impiegati delle Poste Italiane provvederanno a coprire manualmente i francobolli errati.

L’operazione è resa più complicata, visto che era necessario eseguire anche una delle seguenti operazioni:

  • Annullo meccanico “ROMA FERROVIA” con targhetta commemorativa del volo.
  • Annullo manuale “ROMA FERROVIA REPARTO POSTA AEREA” e tampone con la vignetta commemorativa.

Nella situazione di emergenza, non tutto il personale reclutato è in grado di affrontare quel tipo di lavoro; di conseguenza le operazioni non sono svolte nel modo corretto.

Le buste non conformi vengono comunque spedite e costituiscono un’ulteriore rarità filatelica.

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Gronchi rosa: storia di un francobollo, trovata la soluzione

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 4 aprile 1961 trovata la soluzione ottimale


Coloro che oggi si recano in posta per acquistare la nuova emissione scoprono con grande sorpresa che sono in vendita solo due dei tre francobolli.

Quello da 205 lire dedicato alla visita del presidente della repubblica in Perù, infatti, non è più disponibile.

È la diretta conseguenza del telegramma del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni arrivato a tutti gli uffici prima dell’apertura al pubblico.
Per capire esattamente quale fosse la lamentela, venne contattata l’Ambasciata del Perù; furono mostrati i dettagli della controversia sui confini tra Ecuador e Perù.

I funzionari italiani tentarono di evidenziare che, per le minime dimensioni del territorio del Perù sul francobollo, sarebbe stato difficile individuare l’errore.

L’Ambasciata peruviana con una nota, e non con una formale protesta, rilevò che, continuando a divulgare il francobollo con i confini sbagliati, si sarebbe provocato un disappunto nell’animo di tutti i peruviani.

All’Istituto Poligrafico dello Stato fu accertato che, per preparare quei francobolli, era stata usata un’edizione dell’Atlante Geografico De Agostini risalente al 1939, quindi i confini non erano aggiornati.

Al ministero delle Poste una riunione con diversi funzionari portò alla soluzione, per porre rimedio all’errore “Gronchi rosa“.

Alla fine venne confermata la sospensione della vendita del francobollo sbagliato e la sostituzione con uno dal valore facciale equivalente, con i confini corretti e stampato con un colore diverso.

Gronchi Perù
Gronchi Perù

Intanto, negli ambienti filatelici si ebbe la netta sensazione che la sospensione si fosse tramutata in un ritiro definitivo.

Un quotidiano romano pubblicò in prima pagina un articolo dedicato ai francobolli sbagliati, rivelando che anche il francobollo da 170 lire conteneva un errore nei confini dell’Argentina, alla quale non sarebbe stato attribuito il suo territorio nella Tierra del Fuego.

In mancanza di una protesta da parte della rappresentanza diplomatica argentina, il francobollo da 170 lire restò così com’era.

Gronchi Argentina
Gronchi Argentina

Nella speranza di poter mettere le mani su qualche francobollo sbagliato gli uffici postali furono presi d’assalto dai collezionisti filatelici.

Alcuni sportelli filatelici hanno messo regolarmente in vendita all’apertura il francobollo lilla rosa da 205 lire, ma per poco tempo: al più tardi alle 9 era già stato ritirato dalla vendita.

L’agenzia ANSA registrò il comunicato del ministero delle Poste alle 23.04, in cui si rendeva nota la decisione di far ristampare il francobollo dedicato al Perù con i confini corretti.

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Gronchi rosa: storia di un francobollo, scoperto l’errore

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 2 aprile 1961 viene scoperto l’errore del confine

Sabato 1° aprile 1961

Da giorni circolava la notizia dell’emissione della serie “Visita del presidente Gronchi in Argentina, Uruguay e Perù”; addirittura, il mensile “Il Collezionista – Italia Filatelica” n. 4 dell’aprile 1961 ne diede notizia.

I  francobolli avrebbero avuto piena validità venerdì 6 aprile, ma stranamente furono messi in vendita in anticipo, a partire da lunedì 3 aprile.

La scelta fu fatta per consentire ai collezionisti di predisporre le buste e le affrancature che avrebbero viaggiato nel dispaccio sul volo presidenziale.

Sempre in base a tale scelta, gli uffici provinciali inoltrarono senza annullare le buste al competente ufficio postale di Roma, dove avrebbero ricevuto l’annullo speciale del volo.

Con questa eccezione si voleva correggere una grossa irregolarità; in sostanza la corrispondenza sopra descritta viaggiava nei giorni dal 3 al 6 aprile con francobolli privi di validità postale e senza regolare annullo.

Gronchi Perù
Gronchi Perù

Domenica 2 aprile 1961 (Pasqua)

I quotidiani diedero la notizia dell’emissione della serie di francobolli il giorno successivo.

Ad apprendere la novità fu anche l’incaricato d’affari dell’ambasciata del Perù di Roma, il dottor Alfonso Arias Schreiber Pezet.

Il diplomatico stava seguendo tutta la macchina organizzativa per la visita del presidente Gronchi nel suo paese.

Lunedì 3 aprile 1961 (lunedì dell’Angelo-Pasquetta)

Le varie direzioni provinciali delle Poste misero in vendita la nuova serie di francobolli.

Complici la giornata per la tradizionale gita fuori porta e la prevendita di valori bollati che risultavano inutilizzabili fino al successivo giovedì 6 aprile, le quantità vendute non furono consistenti.

Nonostante le precise indicazioni ministeriali, alcuni sportelli per probabile compiacenza nei confronti dei clienti, hanno annullato con il timbro del 3 aprile su alcune buste non viaggiate.

L’incaricato d’affari Alfonso Arias, quando ricevette i francobolli, si accorse immediatamente che proprio l’esemplare dedicato al suo paese conteneva un grossolano errore di confine: al Perù mancava una parte, il cosiddetto “triangolo amazzonico”.

confronto confini Perù
confronto confini Perù

Il ministero degli Esteri voleva evitare la compromissione dei  rapporti tra i due paesi proprio alla vigilia della visita del presidente della Repubblica Gronchi.

Girò, quindi, la lamentela al ministero delle Poste e Telecomunicazioni; vennero coinvolti il direttore generale ed il direttore centrale dei servizi postali.

Al ministero delle Poste non trovarono altra soluzione se non quella, provvisoria, di sospendere la vendita del francobollo “Gronchi rosa”.

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Gronchi rosa, storia di un francobollo, i precedenti

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. I celebrativi delle visite ufficiali precedenti

La prima commemorativa filatelica italiana dedicata alle visite di stato ufficiali, risale al periodo storico del Regno d’Italia nel 1935, che, in occasione della visita di re Vittorio Emanuele III in Somalia (al tempo colonia italiana), vide la stampa il primo di gennaio una serie di ben 14 valori.

1935 visita di re Vittorio Emanuele III in Somalia
1935 visita di re Vittorio Emanuele III in Somalia


Queste particolari emissioni proseguirono solo con il Presidente Gronchi (1955 – 1962); infatti, fu nel 1956 la visita di Stato negli U.S.A. prima, e in Canada poi,  a permettere l’emissione di un francobollo di posta aerea di 120 Lire.

Sono due le particolarità di questa ricorrenza filatelica:

  • Il francobollo era la riedizione del 50 lire della serie “Democratica” emesso nel 1947 e ristampato con filigrana stelle II tipo. Fu stampato a due colori: rosso-lilla per il bozzetto (l’originale era viola) con una sovrastampa tipografica in azzurro che ne modificava il valore e l’indicazione della ricorrenza “1956 Visita del Presidente della Repubblica negli U. S. A. e nel Canada”.
  • L’annullo speciale con un timbro meccanico di Roma Ferrovia comprendeva anche una vignetta con un aereo tra il profilo dell’Italia, a destra, e delle coste americane a sinistra; sotto l’aereo, su quattro righe, la scritta “VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA  NEGLI U.S.A. E NEL CANADA 26-2-1956”.
1956 Visita del Presidente della Repubblica negli U. S. A. e nel Canada
1956 Visita del Presidente della Repubblica negli U. S. A. e nel Canada

Successivamente, il 23 agosto 1958, in occasione di una visita presidenziale in Brasile, l’avvenimento fu celebrato con un francobollo dal bozzetto originale; nonostante fu ideato per la corrispondenza per un volo presidenziale, risultò essere un francobollo di posta ordinaria.

In questa occasione, particolare fu la scelta di non fare esplicito riferimento al viaggio presidenziale, bensì ad una generica “amicizia italo-brasiliana”. Nella vignetta sono riprodotti il palazzo del Congresso federale (Brasilia) all’interno della sagoma del Brasile, l’arco di Tito (Roma) e tra i due monumenti un aeroplano in volo, il valore nominale è di 175 lire.

L’ annullo avvenne dall’ufficio di posta aerea di Roma Ferrovia per mezzo di un timbro manuale con la scritta “VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN BRASILE”, nella parte inferiore “ROMA-FERR. POSTA AEREA” e in quella superiore la sagoma di un aereo.

Sempre nel 1958, il 27 novembre si volle celebrare filatelicamente con due francobolli, del valore di 25 e 60 Lire, la visita in Italia di S.M.I. lo Sciahinsciah dell’Iran.

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Gronchi rosa, storia di un francobollo. Gli antefatti

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Gli antefatti che lo hanno portato alla celebrità

Nel 1960 l’Italia aveva ricevuto alcune visite ufficiali di Stato, comprese quelle dei presidenti di Argentina, Uruguay e Perù.

Il presidente della Repubblica in carica (dal 1955 al 1962) era Giovanni Gronchi che decise di ricambiare le visite dei tre presidenti nel 1961.

Le tre visite di Stato prevedevano l’organizzazione di un unico viaggio che avrebbe dovuto toccare i tre paesi sudamericani.

Si pensò inoltre di celebrare l’avvenimento con un’emissione filatelica.

Il consiglio dei ministri nella seduta del 12 dicembre 1960 approvò il programma delle emissioni di francobolli commemorativi e celebrativi per l’anno seguente.

Gronchi Argentina
Gronchi Argentina

Tra le emissioni previste risultava anche un francobollo per il viaggio in sud America del presidente della Repubblica.

Inizialmente l’emissione era pensata per un solo francobollo ma, successivamente si pensò che, trattandosi di tre visite di stato distinte, sarebbe stata più opportuna un’emissione di altrettanti francobolli, uno per ogni paese da visitare.

Il progetto grafico fu affidato al reparto disegnatori del Poligrafico, al tempo diretto da Edmondo Pizzi, che decise di incaricare il bozzettista Renato Mura.

Le bozze e le relative prove colore preparate da Renato Mura prevedevano un formato 40×24 mm sviluppato in orizzontale ; il soggetto era una carta geografica centrata sull’oceano Atlantico con un aereo DC8 in volo, venivano evidenziati con un colore più scuro l’Italia e lo stato cui il francobollo era dedicato (Argentina, Uruguay e Perù).

Gronchi Uruguay
Gronchi Uruguay

Per poter rispettare le proporzioni di una riproduzione geografica realistica venne scelto il formato 40×30 mm.

Il decreto di emissione venne firmato il 17 marzo 1961 e pubblicato in gazzetta ufficiale solamente il 19 agosto.

Il valore facciale previsto dei tre francobolli era:

  • 170 lire per il francobollo azzurro dedicato alla visita in Argentina.
  • 185 lire per il francobollo verde grigio dedicato alla visita in Uruguay.
  • 205 lire per il francobollo lilla rosa dedicato alla visita in Perù.

Da sottolineare che, pur essendo pensati per viaggiare con il volo presidenziale, i francobolli non erano di posta aerea, bensì di posta ordinaria.

Il 21 marzo veniva pubblicato il programma delle visite presidenziali con partenza il 6 aprile e rientro i 21 dello stesso mese.

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ALASKA

Alaska Ravensburger

Alaska, Ravensburger, 1979

N° giocatori:da 2 a 4
Età:da 10 a 99
Anno:1979

Contenuto:

  • 1 tabellone,
  • 4 camion,
  • 56 container,
  • 60 pezzi di ghiaccio,
  • 1 orso polare,
  • 30 carte (inverno/primavera),
  • 30 carte eventi.

Descrizione:

ogni giocatore al suo turno compie 3 azioni:

  1. Prende la prima carta da uno dei 2 mazzi, la gira e la posa davanti al mazzo. In base alla stagione toglierà oppure metterà una mattonella sul tabellone.
  2. Prende la prima carta dal 2° mazzo senza farla leggere agli altri giocatori. In base alla carta, può saltare il turno o giocare subito. Non appena le carte sono state girate tutte vanno rimescolate.
  3. Ciascun giocatore può muovere il suo mezzo fino a tre spazi; si può muovere di 3 spazi attraversando il fiume intorno al margine del tabellone, oppure sulla banchina di ghiaccio. Nella banchina di ghiaccio 3 pezzi equivalgono a 1 spazio di movimento.
Alaska Ravensburger
Alaska Ravensburger

Inverno e primavera: il gioco si svolge in 2 fasi; inizialmente il mare ghiaccia durante l’inverno, poi subentra il disgelo primaverile: Le carte “ghiaccio” hanno 2 differenti significati, a secondo della stagione.

I fiocchi di neve mostrano quanti pezzi di ghiaccio vanno aggiunti.

L’acqua mostra quanti pezzi di ghiaccio si sciolgono.

Se non c’è il numero vuol dire che non bisogna rimuovere i pezzi di ghiaccio.

Gelata: prendere i pezzi appropriati e metterli sulla parte di tabellone che rappresenta il mare. Non sovrapporre i pezzi.

Se con l’avvicinarsi della fine dell’inverno non ci sono più abbastanza pezzi, bisogna usare tutti quelli a disposizione.

Se non sono rimasti più pezzi del tipo appropriato, per questo turno non puoi più fare nulla.

Disgelo: non appena tutti i pezzi di ghiaccio sono stati sistemati, o non ne possono più essere aggiunti, inizia la primavera.

Quando la carta dice di togliere un pezzo di ghiaccio, bisogna tener conto di alcune restrizioni:

  1. Puoi solamente rimuovere un pezzo occupato dal container se non ci sono altri pezzi di ghiaccio liberi. Il container, in questo caso, cade in acqua.
  2. Non puoi rimuovere un pezzo, togliendo un camion o l’orso che lo occupa.

È importantissimo usare i container per assicurarsi il percorso verso il tuo campo.

Movimento dei container: i camion possono trasportare solo 1 container. Puoi muovere un camion vuoto verso la postazione di un container dello stesso colore. Se hai saltato un turno, puoi riprendere il gioco caricando un container, oppure non caricandolo.

I giocatori possono cercare di saccheggiare il tuo box (postazione) mentre sei scarico.

Puoi muoverti anche attraverso un campo avversario. Non scaricare li, altrimenti la merce diventerà del tuo avversario.

Solo 3 oggetti possono stare su ogni pezzo di ghiaccio. I container e i camion fanno numero, l’orso polare no; puoi ammassare quanti container vuoi nella tua area.

Scopo del gioco:

cercare di portare via il maggior numero di container nel proprio campo base prima che il disgelo lo impedisca.

Conclusioni:

Pregi:………………………..
Difetti:………………………..
Curiosità:………………………..
Note:………………………..
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Alberi di Natale: quali sono i più famosi

cartolina natalizia

Alberi di Natale: dalle origini ai giorni nostri, quali sono i più famosi in Italia e nel mondo

Albero e Presepe sono i due simboli per eccellenza della tradizione natalizia. L’origine dell’albero di Natale risale alle tradizioni pagane del Nord Europa, in particolare ai Celti e Germani che consideravano proprio l’abete l’albero sacro del Dio Odino.

Anche i Vichinghi durante l’inverno, tagliavano abeti rossi da portare nelle proprie case; li decoravano con della frutta come buon auspicio in attesa della primavera.

Gli antichi Romani, durante le Calende di Gennaio, decoravano le loro abitazioni con rami di pino.

L’uso dell’albero di NATALE si diffuse con l’avvento del Cristianesimo ed era legato  inizialmente solo ad eventi pubblici. I primi alberi decorati, infatti, venivano allestiti nelle piazze e non necessariamente per il Natale.

Si iniziarono a decorare i primi alberi di Natale all’interno delle case solo a partire dal XVII secolo. Per molto tempo rimase una tradizione dei paesi del Nord Europa. In Italia, infatti, fu la Regina Margherita di Savoia che introdusse il primo albero di Natale nella seconda metà del 1800.

albero di natale
Foto di Jill Wellington da Pixabay

Adesso si vedono alberi di Natale di ogni tipo, ma vi siete mai chiesti quali sono i più famosi?

Iniziamo, naturalmente, da casa nostra: in Italia, a Gubbio, c’è l’albero di Natale più grande del mondo. Si tratta di un albero disegnato sul Monte Ingino e realizzato grazie a delle sorgenti luminose. E’ alto 650 metri e largo 350.

Sempre qui da noi, c’è l’albero di Natale che a partire dal 1982 viene acceso il 7 dicembre in Piazza San Pietro. La tradizione vuole che ogni anno l’albero provenga da un diverso paese europeo.

albero con regali
Foto di Pexels da Pixabay

L’albero di Natale di Londra viene allestito a Trafalgar Square. Viene donato ogni anno dalla città di Oslo fin dal 1947 in memoria dell’aiuto ricevuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Viene addobbato con decorazioni in stile norvegese e illuminato da luci bianche.

L’albero di Natale di New York al Rockefeller Centre è un pino norvegese alto circa 30 metri. E’ famosissimo e in molti film natalizi ambientati a New York lo si può vedere in tutta la sua bellezza.

albero New York
Foto di Ichigo121212 da Pixabay

L’albero di Natale di Abu Dhabi è famoso per il suo valore, visto che i suoi addobbi sono dei gioielli e 200 pietre preziose. Si trova nella hall dell’Emirates Palace Hotel e vale ben 11 milioni di dollari!

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I Puffi, dai fumetti ai cartoni animati

Puffo spazzino

I Puffi, quegli strani ometti blu disegnati da Peyo, dai fumetti nel 1958 ai cartoni animati diffusi in tutto il mondo.

Oggi parliamo dei Puffi, “gli strani ometti blu” creati dal fumettista belga Peyo nel 1958 come personaggi secondari di un altro fumetto.

Nel 1958 i Puffi fecero la loro comparsa nel fumetto John e Solfamì.

Inizialmente erano personaggi secondari, ma il loro successo fu così enorme che l’anno dopo divennero loro stessi i protagonisti di un fumetto tutto loro.

Nacque così un film animato nel 1975, Il flauto a sei Puffi e, a partire dal 1981, fu prodotta e trasmessa negli Stati Uniti una serie di cartoni animati di 421 episodi in 9 stagioni.

Anche in Italia il famosissimo cartone animato raggiunse un enorme successo di pubblico.

Dal 1982 tutte le stagioni dei Puffi furono trasmesse durante la trasmissione pomeridiana Bim Bum Bam.

I Puffi rimasero su Italia 1 fino al 1990.

Tutti gli episodi sono andati in onda più volte anche su Canale 5 e Rete 4 fino a metà degli anni 90.

Dagli anni 2000 sono trasmessi su Boing, Boomerang e Cartoonito.

I Puffi vantano anche uno straordinario merchantising, dei film , e addirittura un saggio del grande Umberto Eco, incentrato sul linguaggio dei Puffi.

Chi sono i Puffi? Cristina D’Avena nella Canzone dei Puffi cantava così:

“Chi siano non lo so,
gli strani ometti blu,
sono alti su per giù
due mele o poco più”.

Appunto: sono dei piccoli esserini, o folletti, chissà, tutti blu che indossano dei pantaloni bianchi e un cappello anch’esso bianco.

Solo Grande Puffo, il loro anziano capo, ha pantaloni rossi e si distingue dagli altri anche per la barba bianca.

Grande Puffo
Foto di Capri23auto from Pixabay

I Puffi sono tantissimi e tra di loro i personaggi principali sono: Puffetta, (per alcune stagioni, l’unica femmina del villaggio) Quattrocchi, Tontolone, Inventore, Golosone, Forzuto, Brontolone, Burlone e Vanitoso.

I nomi, naturalmente, rappresentano perfettamente le qualità/caratteristiche o difetti di questi Puffi.

Puffo Golosone
Immagine di Edouard Jausions from Pixabay

I Puffi vivono nella foresta, in un villaggio chiamato Pufflandia.

Le loro abitazioni sono dei funghi con il tetto rosso.

I Puffi hanno un nemico: il perfido stregone Gargamella che vive con il gatto Birba.

Abita in un castello diroccato e il suo sogno è di creare la pietra filosofale.

Nella formula servirebbero sei Puffi da bollire insieme al veleno di un serpente.

Per questo tenta di catturarli ma, fortunatamente, i piccoli ometti blu riescono sempre a salvarsi.

Cosa dire del loro linguaggio? Se Umberto Eco ha addirittura dedicato un saggio alla loro semantica, non possiamo fare a meno di concludere questo post puffando qualche parola puffosa.

Già, perché una caratteristica peculiare dei Puffi è il termine Puffo: viene usato coniugandolo e facendolo a volte diventare verbo, a volte aggettivo.

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BRIVIDO

Brivido - MB giochi

Brivido, MB giochi, 1985

N° giocatori:da 2 a 4
Età:6+
Anno:1985

Contenuto:

  • piano di gioco
  • 4 muri
  • 4 segnalini
  • ragno girevole
  • 1 torre con bara
  • 3 teschi fluorescenti
  • 1 dado
  • 1 pavimento poco sicuro
  • 1 parete semovente

Descrizione:

Tra giochi da tavolo prodotti negli anni ’80, Brivido rappresenta una novità dal punto di vista scenografico molto interessante.

Il tabellone si costruisce in maniera tridimensionale con muri, trappole e una torre centrale che si sviluppano anche in altezza.

Altra particolarità sono il mitico teschio fluorescente visibile al buio, per molti il vero protagonista del gioco.

Le trappole attuabili dal teschio sono:

  • Accetta all’ingresso
  • Pavimento poco sicuro
  • Scheletro nella prigione
  • Teschio che rotola sulle scale

Il percorso presenta 54 caselle “orme” di diverso colore:

  • Bianche: neutre
  • Verdi: scorciatoie
  • Rosse: pericolo
  • Blu: punto di ripartenza

Il turno di ogni giocatore si sviluppa in 2 fasi:

I° lancio del dado

Dopo aver lanciato il dado il giocatore si muove sul tabellone e dove possibile scegliendo un percorso più o meno rischioso.

Le caselle rosse e le scale della torre sono le zone di pericolo che possono essere coinvolte dalla sorte se il teschio fa scattare la trappola corrispondente.

II° ragno girevole

Si fa girare la lancetta del ragno girevole, il giocatore esegue l’azione corrispondente:

  • Teschio: lancia il teschio nella torre centrale
  • Spavento: salta un turno e blocca il personaggio
  • Orma: lo spavento passa e ricomincia a muovere il personaggio
  • Dado: tira ancora il dado

Se il segnalino viene coinvolto dalla corrispondente trappola, il giocatore deve spostare il proprio segnalino sulla più vicina casella blu.

Scopo del gioco:

La partita è una gara di velocità tra i partecipanti, devono superare le insidie delle quattro ambientazioni ricreate nel tabellone; vincitore è il giocatore che riesce a giungere per primo in cima alla torre centrale, li chiude il coperchio della bara e dà il meritato riposo eterno al povero fantasma.

Conclusioni:

Pregi:meccanica del gioco legata alla sorte
Difetti:……………………………………………..
Curiosità:teschio fosforescente che rotola
Note:……………………………………………..

Andrea e Irene