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Gronchi rosa, storia di un francobollo. Gli antefatti

Gronchi rosa

Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Gli antefatti che lo hanno portato alla celebrità

Nel 1960 l’Italia aveva ricevuto alcune visite ufficiali di Stato, comprese quelle dei presidenti di Argentina, Uruguay e Perù.

Il presidente della Repubblica in carica (dal 1955 al 1962) era Giovanni Gronchi che decise di ricambiare le visite dei tre presidenti nel 1961.

Le tre visite di Stato prevedevano l’organizzazione di un unico viaggio che avrebbe dovuto toccare i tre paesi sudamericani.

Si pensò inoltre di celebrare l’avvenimento con un’emissione filatelica.

Il consiglio dei ministri nella seduta del 12 dicembre 1960 approvò il programma delle emissioni di francobolli commemorativi e celebrativi per l’anno seguente.

Gronchi Argentina
Gronchi Argentina

Tra le emissioni previste risultava anche un francobollo per il viaggio in sud America del presidente della Repubblica.

Inizialmente l’emissione era pensata per un solo francobollo ma, successivamente si pensò che, trattandosi di tre visite di stato distinte, sarebbe stata più opportuna un’emissione di altrettanti francobolli, uno per ogni paese da visitare.

Il progetto grafico fu affidato al reparto disegnatori del Poligrafico, al tempo diretto da Edmondo Pizzi, che decise di incaricare il bozzettista Renato Mura.

Le bozze e le relative prove colore preparate da Renato Mura prevedevano un formato 40×24 mm sviluppato in orizzontale ; il soggetto era una carta geografica centrata sull’oceano Atlantico con un aereo DC8 in volo, venivano evidenziati con un colore più scuro l’Italia e lo stato cui il francobollo era dedicato (Argentina, Uruguay e Perù).

Gronchi Uruguay
Gronchi Uruguay

Per poter rispettare le proporzioni di una riproduzione geografica realistica venne scelto il formato 40×30 mm.

Il decreto di emissione venne firmato il 17 marzo 1961 e pubblicato in gazzetta ufficiale solamente il 19 agosto.

Il valore facciale previsto dei tre francobolli era:

  • 170 lire per il francobollo azzurro dedicato alla visita in Argentina.
  • 185 lire per il francobollo verde grigio dedicato alla visita in Uruguay.
  • 205 lire per il francobollo lilla rosa dedicato alla visita in Perù.

Da sottolineare che, pur essendo pensati per viaggiare con il volo presidenziale, i francobolli non erano di posta aerea, bensì di posta ordinaria.

Il 21 marzo veniva pubblicato il programma delle visite presidenziali con partenza il 6 aprile e rientro i 21 dello stesso mese.

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I Puffi, dai fumetti ai cartoni animati

Puffo spazzino

I Puffi, quegli strani ometti blu disegnati da Peyo, dai fumetti nel 1958 ai cartoni animati diffusi in tutto il mondo.

Oggi parliamo dei Puffi, “gli strani ometti blu” creati dal fumettista belga Peyo nel 1958 come personaggi secondari di un altro fumetto.

Nel 1958 i Puffi fecero la loro comparsa nel fumetto John e Solfamì.

Inizialmente erano personaggi secondari, ma il loro successo fu così enorme che l’anno dopo divennero loro stessi i protagonisti di un fumetto tutto loro.

Nacque così un film animato nel 1975, Il flauto a sei Puffi e, a partire dal 1981, fu prodotta e trasmessa negli Stati Uniti una serie di cartoni animati di 421 episodi in 9 stagioni.

Anche in Italia il famosissimo cartone animato raggiunse un enorme successo di pubblico.

Dal 1982 tutte le stagioni dei Puffi furono trasmesse durante la trasmissione pomeridiana Bim Bum Bam.

I Puffi rimasero su Italia 1 fino al 1990.

Tutti gli episodi sono andati in onda più volte anche su Canale 5 e Rete 4 fino a metà degli anni 90.

Dagli anni 2000 sono trasmessi su Boing, Boomerang e Cartoonito.

I Puffi vantano anche uno straordinario merchantising, dei film , e addirittura un saggio del grande Umberto Eco, incentrato sul linguaggio dei Puffi.

Chi sono i Puffi? Cristina D’Avena nella Canzone dei Puffi cantava così:

“Chi siano non lo so,
gli strani ometti blu,
sono alti su per giù
due mele o poco più”.

Appunto: sono dei piccoli esserini, o folletti, chissà, tutti blu che indossano dei pantaloni bianchi e un cappello anch’esso bianco.

Solo Grande Puffo, il loro anziano capo, ha pantaloni rossi e si distingue dagli altri anche per la barba bianca.

Grande Puffo
Foto di Capri23auto from Pixabay

I Puffi sono tantissimi e tra di loro i personaggi principali sono: Puffetta, (per alcune stagioni, l’unica femmina del villaggio) Quattrocchi, Tontolone, Inventore, Golosone, Forzuto, Brontolone, Burlone e Vanitoso.

I nomi, naturalmente, rappresentano perfettamente le qualità/caratteristiche o difetti di questi Puffi.

Puffo Golosone
Immagine di Edouard Jausions from Pixabay

I Puffi vivono nella foresta, in un villaggio chiamato Pufflandia.

Le loro abitazioni sono dei funghi con il tetto rosso.

I Puffi hanno un nemico: il perfido stregone Gargamella che vive con il gatto Birba.

Abita in un castello diroccato e il suo sogno è di creare la pietra filosofale.

Nella formula servirebbero sei Puffi da bollire insieme al veleno di un serpente.

Per questo tenta di catturarli ma, fortunatamente, i piccoli ometti blu riescono sempre a salvarsi.

Cosa dire del loro linguaggio? Se Umberto Eco ha addirittura dedicato un saggio alla loro semantica, non possiamo fare a meno di concludere questo post puffando qualche parola puffosa.

Già, perché una caratteristica peculiare dei Puffi è il termine Puffo: viene usato coniugandolo e facendolo a volte diventare verbo, a volte aggettivo.