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Storia del francobollo, parte 5: Francobolli di propaganda

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Storia del francobollo, parte 5: Francobolli di propaganda e guerra

Francobolli di propaganda e guerra

Fu nel corso della prima guerra mondiale che si scoprirono le potenzialità dei francobolli come mezzi di propaganda.

Si ricorse alla falsificazione dei francobolli esteri e alla loro diffusione sul territorio nemico a scopo propagandistico.

Inoltre con l’avvento dei totalitarismi, i francobolli vennero impiegati soprattutto sul fronte interno per rafforzare il consenso delle varie dittature.

Nell’Italia fascista nacquero così alcune serie, tra cui il “decennale della Marcia su Roma” e la “commemorativa dell’Impero”.

Decennale della marcia su Roma, espressi, 1,25 Lire, 1932
Decennale della marcia su Roma, espressi, 1,25 Lire, 1932

Nella Germania nazista “effigie del Führer” e delle altre dittature sul suolo europeo.

Durante la seconda guerra mondiale la propaganda sui francobolli divenne propaganda di guerra, e si moltiplicarono le emissioni “a tema” contenenti l’elogio della guerra o la condanna del nemico.

La serie “Due popoli, una guerra” del Regno d’Italia e i francobolli della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) con la dicitura “hostium rabies diruit”.

Successivamente con la guerra fredda, i francobolli propagandistici vennero utilizzati ad esaltazione dei vari regimi, per poi estendersi a tutti i casi di culto della personalità.

Possiamo dire che il francobollo ha comunque rivestito fin dalla sua origine una sorta di ruolo celebrativo, in quanto per tutto il XIX secolo la raffigurazione di regnanti o allegorie di nazioni costituì un motivo assolutamente dominante.

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